La Giornata Mondiale dell’Ambiente si concentra sul ripristino del suolo, la desertificazione e la resilienza alla siccità, ma i dati di Achilles mostrano che il 18% delle aziende non ha ancora effettuato una valutazione dell’impatto ambientale o elaborato un piano di riduzione dell’impatto. La nuova regolamentazione dell’UE significa che il tempo sta per scadere.
Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Istituita per la prima volta nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata Mondiale dell’Ambiente è una giornata di azione importante nel calendario della sostenibilità. Quest’anno, l’evento è ospitato dall’Arabia Saudita e si concentra sul ripristino del suolo, la desertificazione e la resilienza alla siccità.
Nel 2022, il Forum Economico Mondiale ha stimato che un ettaro su cinque di terra sulla Terra è inutilizzabile e che entro il 2050 solo il 10% del suolo potrebbe essere sano. Ha posto la domanda: “Quante aziende hanno effettuato un test di stress sui loro nuovi investimenti, integrando i rischi a lungo termine associati al degrado del suolo o alla siccità?”
La comunità imprenditoriale internazionale ha un ruolo chiave nel prevenire l’esaurimento inutile del suolo, la desertificazione e il consumo eccessivo di acqua, ma i dati di Achilles mostrano che le aziende non stanno aiutando a proteggere le risorse degli ecosistemi sani da cui dipendono.
Le politiche e i quadri normativi sono sempre più orientati verso la rigenerazione insieme alla sostenibilità. Una raffica di nuove leggi sulla divulgazione e la due diligence, come la recentemente introdotta Direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (CSRD) e la Directiva sobre diligencia debida en materia de sostenibilidad (CSDDD) dell’UE, attribuiscono un’importanza crescente all’identificazione e alla gestione degli impatti ambientali negativi, sia diretti che indiretti (relativi alla catena del valore), derivanti dalle attività aziendali.
Ad esempio, la CSRD richiede alle aziende di divulgare le loro prestazioni ambientali su argomenti materiali, tra cui:
- Risorse idriche e marine
- Biodiversità ed ecosistemi
- Uso delle risorse ed economia circolare
Le spesso citate Linee Guida dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per una Condotta Aziendale Responsabile contengono un processo di due diligence in sei fasi per supportare le aziende a rispettare tali leggi relative alla sostenibilità e alla rigenerazione.
Due delle fasi più critiche nel processo dell’OCSE, le fasi due e tre, consigliano alle aziende di identificare e valutare gli impatti negativi nelle operazioni, nelle catene di approvvigionamento e nelle relazioni commerciali e di cessare, prevenire o mitigare gli impatti negativi. L’analisi recente del team di scienza dei dati di Achilles suggerisce che, sebbene molte aziende stiano lavorando verso le raccomandazioni dell’OCSE, c’è ancora molto lavoro da fare.
Secondo i nostri risultati, il 18% delle aziende analizzate non ha ancora effettuato una valutazione dell’impatto ambientale delle proprie operazioni né ha introdotto alcun piano d’azione per ridurre l’impatto ambientale.
Un’ulteriore analisi ha identificato che, del 18% delle aziende, il 5% sono aziende che rientrano nell’ambito geografico e legislativo della CSRD, che è già entrata in vigore per molte aziende dell’UE e che influenzerà progressivamente sempre più aziende nei prossimi 5 anni.
Programma di attuazione della CSRD
Il ruolo importante che la comunità imprenditoriale globale svolge nella protezione dell’ambiente è sempre più riconosciuto. Le aziende hanno un obbligo legale e morale di identificare il loro impatto ambientale e implementare azioni per mitigare gli impatti negativi dove possibile. Valutando l’impatto ambientale, le aziende possono stabilire programmi per ripristinare il suolo esaurito, sviluppare sistemi di consumo o stoccaggio dell’acqua più efficienti, il che contribuirà a rallentare la desertificazione.
Il team di esperti di sostenibilità di Achilles lavora con clienti in tutto il mondo per aiutarli a identificare rischi e opportunità di sostenibilità all’interno delle loro catene di approvvigionamento. I nostri dati consentono alle aziende di sviluppare strategie ESG basate sul rischio per ridurre più efficacemente l’impatto ambientale e riportare le loro prestazioni. Per saperne di più sull’approccio di Achilles allineato all’OCSE per la gestione del rischio nella supply chain, contattaci.