Quando l’anno scorso ci siamo detti che Babbo Natale non avrebbe avuto vita semplice, non potevamo neanche immaginare le strozzature della supply chain che gli avrebbe riservato il 2021. Quest’anno è stato caratterizzato da una serie di interruzioni alla supply chain globale, allarmi per le carenze in svariati settori e problemi inaspettati, a cominciare dal blocco del Canale di Suez, che darebbero filo da torcere anche al responsabile della supply chain più competente. Lo abbiamo detto in passato e lo ribadiamo: per noi Babbo Natale è l’emblema del perfetto responsabile di una supply chain globale. Ciò premesso, quali misure dal 1º gennaio 2021 per assicurarsi una supply chain sostenibile e resiliente capace di consegnare per tempo tutti i regali di Natale?
Dati: Babbo Natale è un pioniere dell’utilizzo dei dati. Quando riceve le letterine dai bambini e dalle bambine di tutto il mondo, infatti, le esamina con molta attenzione per farsi un’idea di quali siano i regali più ambiti, così da organizzare per tempo l’approvvigionamento dei prodotti e dei componenti necessari a realizzare i giocattoli.
Piena visibilità sulla sua supply chain: forte dell’esperienza millenaria nelle consegne, Babbo Natale conosce alla perfezione la propria base di fornitori e vanta le informazioni necessarie per accedere a una vasta gamma di fornitori alternativi e prequalificati.
La sostenibilità è la chiave di volta di un approvvigionamento efficace: da dati raccolti di recente da Achilles si evince che il 52% delle aziende non ha ancora adottato una strategia tesa alla riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, come evidenziato da questi dati, il 40% delle imprese ritiene che la difficoltà principale dell’approvvigionamento sia trovare fornitori sostenibili. Eppure, sono millenni che Babbo Natale adotta pratiche etiche per farsi recapitare da tutto il mondo i giocattoli e i doni da distribuire ai più piccoli. Anzi, ha persino iniziato a produrli nel suo laboratorio per ridurre l’impatto ambientale, quindi è davvero un modello da seguire in termini di approvvigionamento sostenibile e dei vantaggi del nearshoring. Stando a IQAir, la Finlandia (dove vive Babbo Natale) è il quinto paese al mondo per qualità dell’aria. Immaginiamo che, essendo uno dei produttori e datori di lavoro principali della Finlandia, Babbo Natale si rallegrerà del fatto che il paese abbia deciso di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e di perseguire obiettivi ambientali molto ambiziosi.
Garantire l’eticità delle prassi occupazionali: l’anno scorso abbiamo provato a scoprire se il laboratorio di Babbo Natale abbia tutte le carte in regola per superare a pieni voti un audit sulle pratiche di lavoro di Achilles. Tra la pandemia da COVID-19 e l’alone di mistero che aleggia su quanto avviene effettivamente in Lapponia, non è stato possibile inviare un auditor Achilles a indagare in loco e a intervistare i folletti che lavorano per Babbo Natale, ma confidiamo di tracciare un quadro più completo l’anno prossimo.
Per concludere, nonostante gli eventi che hanno segnato quest’anno e tutte le carenze preannunciate, secondo noi Babbo Natale ha messo in pratica molte delle raccomandazioni che il team di Achilles fa ad acquirenti e fornitori per evitare interruzioni all’approvvigionamento. Detto ciò, ci toccherà attendere il risveglio la mattina di Natale per scoprire se il gioco sia valso la candela.