Trovare e consegnare regali di Natale ai bambini e alle bambine di tutto il mondo, facendo tappa in circa 500 milioni di case, è una vera sfida logistica che darebbe indubbiamente del filo da torcere a qualsiasi responsabile della funzione acquisti e al suo team. Per Babbo Natale, invece, è una giornata di lavoro qualsiasi, per quanto il suo “turno” inizi al calar del sole la Vigilia di Natale dal lato russo della linea internazionale del cambio di data e termini in Alaska poco prima dell’alba del 25 dicembre.
L’anno scorso abbiamo detto che Babbo Natale è il perfetto responsabile di una supply chain globale. Eppure, come se la caverebbe se sottoponessimo la sua attività all’audit delle prassi operative (LPA) di Achilles? Quali sarebbero i punti dolenti principali per questo datore di lavoro del Polo Nord?
Stando alla leggenda, il villaggio di Babbo Natale si trova in Lapponia, quindi è disciplinato dalle prassi europee sul luogo di lavoro, ossia da un quadro di tutela normativa. Non male come inizio. Detto ciò, le buone prassi in materia occupazionale hanno una diffusione universale e confidiamo che Babbo Natale ci tenga a non finire sulla lista dei cattivi per qualche pecca come datore di lavoro.
Ci vengono subito in mente un paio di questioni. Durante gli audit LPA, ai dipendenti si chiede sempre se l’alloggio sia fornito dal datore di lavoro: se vogliamo credere a questo video incriminante, sembra ci sia un certo sovraffollamento. Tuttavia, da altre prove circostanziali evinciamo che i folletti hanno i loro documenti, tant’è che possono andarsene e venire a piacimento. E questo è un altro indicatore importante della libertà di movimento.
Lavorare a temperature rigidissime nel periodo che precede il Natale e la notte stessa della Vigilia, spesso in condizioni di potenziale pericolo, è sicuramente molto impegnativo. Qualsiasi auditor che si occupa di un’analisi tanto complessa farebbe domande in giro per appurare se il datore di lavoro in questione fornisce i dispositivi di protezione più consoni. Questo video dimostra che Babbo Natale è al passo con alcune delle disposizioni europee in materia di DPI, ma che la Vigilia dovrà valutare attentamente come tutelare il personale dalla pandemia di COVID-19 durante il suo giro del mondo.
Babbo Natale è un datore di lavoro attento alle pari opportunità? Il filmato da noi esaminato indicherebbe che se la cava bene con la lingua dei segni e, vista l’esperienza maturata nei mercati globali, sarà sicuramente un poliglotta. È un aspetto importante poiché significa che può fornire informazioni e impartire formazione ai folletti su ambiti importanti (quali salute e sicurezza, ma anche come evitare i pericoli) in varie lingue.
Forse il punto più critico che emerge dall’analisi dell’operato di Babbo Natale e dei folletti riguarda le condizioni di lavoro. Quello che precede il Natale è un periodo molto impegnativo per varie realtà commerciali, ma vista la portata mondiale di questo progetto, è molto probabile che i folletti non possano fare abbastanza pause, prendersi delle ferie e vedersi pagati gli straordinari. Questo è un punto che un auditor di Achilles vorrebbe approfondire. Forse forse, però, eventuali approfondimenti rischierebbero di rovinare la magia natalizia di questa realtà tutta speciale, quindi probabilmente è meglio che rimanga un mistero.